Kylix con Eracle in lotta con il dio marino Nereo e una processione per il sacrificio
520 a.C.
Tomba Martini Marescotti 610 di Monte Abatone
IV B, Istituto Agrario Giuseppe Garibaldi
©Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Archivio fotografico. Fotografo Mauro Benedetti
La kylix firmata dal pittore Oltos risale al 520 a.C. e rappresenta la lotta di Eracle con Nereo.
Il mito racconta il momento in cui Eracle, dopo aver inseguito il dio Nereo, riesce a immobilizzarlo per chiedergli il percorso per le Esperidi, dove avrebbe compiuto una delle sue celebri fatiche.
La kylix venne trovata nel 1961 all’interno di un corredo funebre completo di tutto ciò che serviva in un banchetto. Tra i vari oggetti ritrovati vi erano Hydrie, atte a trasportare acqua, crateri, dove venivano mescolate acqua, vino e spezie e altri piccoli contenitori ciascuno con una propria funzione. La kylix veniva usata per bere il vino, questa veniva passata tra i commensali.
Il vino veniva allungato a causa della gradazione troppo alta data dalla fermentazione curata superficialmente, inoltre l’ebbrezza era spesso accostata ad un comportamento irrispettoso e maleducato.